Descrizione
Sulla Provinciale verso Faiano, nel perimetro di un bosco esso stesso carico di storia, tra alberi e vegetazione si nascondono rovine che potrebbero evocare all'apparenza l'antichità classica, e invece sono i ruderi di una stazione termale che risale a due o tre secoli fa: si tratta delle terme borboniche di Santa Tecla.
Un quotidiano locale di fine Ottocento (dunque in epoca post-unitaria e non più borbonica) rimanderebbe ad altra data e a un nome specifico: quello del giovane imprenditore Alberto Morese, che il 16 giugno 1894 avrebbe inaugurato lo stabilimento termale recante il suo nome, dopo aver avviato tre anni prima la produzione di bottiglie di "Acqua minerale Morese" (fonte: La Città). Quel che è certo è che la sorgente è passata alla tradizione orale con il nome bizzarro ed eloquente di acque fetenti, a causa dell'intenso odore sulfureo dovuto alla composizione chimica: l'acqua sorgiva è infatti ricca di ferro, zolfo e litio.
Anche lo stato attuale del complesso termale non aiuta a decifrarne la storia: la vasca termale è ancora integra e funzionante e si trova sì accanto ad un torrente che ancora emana il caratteristico odore sulfureo delle "acque fetenti", ma a decine di metri dalle rovine del corpo centrale delle terme. Ad oggi le rovine versano in uno stato di totale abbandono, ricoperte dai rovi.
Modalità d'accesso
Poiché si tratta di una struttura storica, potrebbe non essere facilmente accessibile a tutti.
Si può raggiungere facilmente in auto percorrendo la SP 240 o utilizzando la rete stradale locale che collega Montecorvino Pugliano con i comuni limitrofi.
Indirizzo
Orario per il pubblico
Sempre aperta al pubblico.
Ingresso
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Ultimo aggiornamento: 5 ottobre 2024, 15:26